Preparazione alla partenza

Sul finire dell’ottocento gran parte della popolazione marchigiana vive in misere condizioni, tanto da dover adottare stratagemmi per andare avanti e utilizzare surrogati nella preparazione dei cibi più comuni.  Ad esempio il caffè viene ottenuto dall’infusione di radici di cicoria arrostite, mentre il pane è preparato con una farina ricavata dalla macinatura delle ghiande depurate dal tannino mediante ammollo in acqua per una notte.

Questa condizione di estrema povertà è terreno fertile per gli Agenti di Emigrazione che iniziano a girare per borghi e campagne assoldati da armatori e grandi compagnie di emigrazione per reclutare emigranti. Utilizzano mezzi semplici: volantini, manifesti, cartoline che promettono di trovare un mondo fantastico una volta giunti a destinazione. Si contendono gli emigranti pubblicizzando i loro piroscafi come quelli più veloci e dove si servono menù di carne tutti i giorni, informazioni assolutamente false.

Si inizia quindi a parlare di informazione migratoria ossia la notizia della possibilità di espatriare per ricostruire un’esistenza libera dalla povertà.

L’informazione, può giungere anche attraverso le lettere di richiamo scritte da parenti o amici che sono già emigrati e che invitano i loro cari a raggiungerli, garantendo loro una prima sistemazione provvisoria.

Il bagaglio rappresenta un altro simbolo di fondamentale importanza per il fenomeno migratorio. I più poveri non riempivano la loro valigia di cartone con i vestiti, perché nella maggior parte dei casi non avevano altro se non quello che indossavano, ma i bagagli erano colmi di cibo per paura di dover soffrire la fame durante il tragitto e di ricordi della famiglia e della terra d’origine. Per il migrante il bagaglio rappresenta un legame tra la situazione di partenza e quella di arrivo: più cose entrano, più il vincolo con la terra d’origine appare saldo e le distanze minori.

Il biglietto per affrontare il viaggio aveva un costo molto alto e non tutti possono permetterselo. Oltre il regolare titolo di viaggio ne esistono anche altri meno sicuri e legali.

Le donne marchigiane

La casa